Entusiasmo e partecipazione, le chiavi per un grande campionato di Serie A: parola a coach Chiesa

Entusiasmo e partecipazione, le chiavi per un grande campionato di Serie A: parola a coach Chiesa

Alla vigilia dell’inizio del campionato di Serie A abbiamo parlato con il Direttore Tecnico dei Cavalieri Union Rugby Prato Sesto, Alberto Chiesa.

Una conversazione ricca di spunti, tutti attinenti ad un progetto di sviluppo che in questa stagione 2021/22 avrà il suo primo vero banco di prova.

Ciao Alberto, dopo aver concesso un week end di riposo ai tuoi ragazzi vi state preparando all’esordio. Che bilancio fai delle tre amichevoli di precampionato?

Senz’altro è un bilancio positivo. Le gare prevedevano un triplice livello di difficoltà. Se contro la Lazio, che è una squadra di categoria superiore, non mi aspettavo un risultato diverso da quello che è arrivato, poi a Pesaro una settimana dopo ho ricevuto dei feedback importanti. Lì siamo stati bravi a mantenere il controllo della partita, sempre avanti nel punteggio, efficaci in difesa. Forse è mancata un po’ di concretezza in attacco, dove a volte produciamo molte occasioni senza riuscire a trasformarle in punti, ma è un aspetto del gioco offensivo su cui stiamo lavorando tantissimo.

Il match con Livorno invece mi ha fatto riflettere un po’ più a lungo. Gli avversari sono stati molto bravi a metterci in difficoltà evidenziando i loro punti forti: attitudine, combattività ed efficacia sui punti di incontro. Da parte nostra ci sono state alcune cose che non sono andate esattamente come mi aspettavo, a partire proprio dalla difesa, dove nelle due gare precedenti eravamo stati piuttosto puntuali. Inoltre i ragazzi hanno ammesso di aver parzialmente sottovalutato l’importanza dell’impegno, dimostrando comunque un’ottima capacità di reazione dal momento in cui la partita è finita con i nostri in attacco che vanno in meta all’ottantesimo minuto. 

Posso dire che il trittico di gare ha fornito molte indicazioni. Il gruppo seniores è molto giovane e necessita di occasioni come queste per fare esperienza. Dobbiamo imparare a gestire meglio le partite, soprattutto nell’arco degli ottanti minuti, in cui non sempre tutte le soluzioni per battere l’avversario si trovano all’inizio della partita. 

Sono sicuro che i ragazzi faranno tesoro di ciò che hanno vissuto in questo assaggio di stagione e si faranno trovare pronti per la prima partita del campionato di Serie A con Perugia.

A proposito di Perugia e di Serie A. Puoi farci un quadro delle avversarie e in generale del campionato cadetto che parte domenica 17 ottobre?

Iniziamo con una squadra che negli ultimi anni è stata costantemente fra le contendenti dei Cavalieri Union. Devo essere sincero, non ho molti dati sulle altre realtà che andremo ad affrontare. Un po’ perché i campionati sono fermi da un anno e mezzo, un po’ perché la mia ultima stagione da giocatore è finita dentro un contesto agonistico diverso come quello del Top Ten. In ogni caso sto cercando di raccogliere più informazioni possibili, basandomi sui miei contatti, concentrandomi su tutto ciò che posso sapere attraverso i canali ufficiali. 

Partiamo domenica in casa con Perugia che già durante l’amichevole del maggio scorso fu capace di fare una buona prestazione nei punti d’incontro offensivi e difensivi. Credo che quella sia la chiave del match d’esordio: riuscire a primeggiare sulle fasi di conquista contrastando i loro punti forti. Se saremo in grado di trovare soluzioni di gioco negli spazi allargati poi abbiamo tutte le carte in regola per fare bene.

Tornando invece sulle altre formazioni sono convinto che Capitolina e Noceto siano i team più attrezzati per fare un campionato da protagoniste. La squadra romana è rimasta sempre attiva, anche durante le fasi più acute dell’emergenza sanitaria, in più può vantare uno staff tecnico ed un serbatoio di giovani di grande qualità. Hanno tutte le risorse giuste per affrontare la stagione ai vertici della classifica.

Noceto è l’altra squadra favorita. Un club che ha sempre messo in campo formazioni solide e che in questo torneo potrà contare su un gruppo di giocatori molto esperti. Prima dello stop di marzo 2020 stavano andando forte, credo che siano in grado di replicare quella competitività anche quest’anno.

Su tutti gli altri avversari, come detto, non sono in grado di fare previsioni. È comunque chiaro che ogni partita sarà molto impegnativa. Giocheremo su campi ostici, affronteremo club ricchi di storia e nessuno ci regalerà nulla.

Come arrivano i Cavalieri Union alla prima di campionato? Quali sono gli umori del gruppo? Come procede il recupero degli infortunati?

Ci stiamo avvicinando all’esordio in un clima di grande fiducia. Innanzitutto grazie allo staff tecnico e allo staff operativo. Il dialogo fra noi è costante, ci adoperiamo ogni giorno per risolvere i problemi e per mettere in condizione i giocatori di lavorare bene in campo.

Il gruppo dalla sua parte sta rispondendo positivamente in termini di partecipazione ed entusiasmo. Lo si vede dall’alto numero di atleti che quotidianamente frequenta le sedute di allenamento. Grazie a questo alto numero possiamo contare su una rosa ampia, pronta e motivata.

Certo, gli infortuni ci sono, ma fanno parte del gioco. Per alcuni dei nostri ragazzi si prospettano stop più lunghi, mentre per altri contiamo di risolvere i guai fisici entro novembre. Sicuramente domenica dovremo fare a meno di Nifo, Pesci, Magni, Trivilino e Puglia. Tutti giocatori importanti che in campo danno un grande impulso. La loro assenza da una parte è un problema, dall’altra è una opportunità per chi li sostituisce. Ad esempio nello spot di apertura giocheremo con il capitano Alessandro Lunardi, consci del fatto che Alessandro, come altri giocatori del reparto dei trequarti, potranno ricoprire quel ruolo in base alle esigenze tecniche o in base al turn over. 

Tutti i nostri tesserati seniores devono comprendere che la rotazione, il coinvolgimento attivo degli elementi a disposizione, è alla base della mia filosofia di rugby.

Domenica 10 ottobre sono iniziati i campionati under 17 e under 19. 

Domenica 17 ottobre sarà il turno della squadra cadetta e il giorno prima scenderà in campo anche l’under 15. La stagione è ufficialmente iniziata. Puoi parlarci del lavoro di condivisione intrapreso con le altre categorie del club?

Abbiamo avuto l’occasione di fare un incontro programmatico di inizio anno con tutti gli staff dei Cavalieri Union. Ho cercato di offrire il mio punto di vista e di ascoltare le idee degli altri allenatori, portando la filosofia di gioco della Prima Squadra come esempio replicabile per tutti. 

Mettendo per un attimo i risultati da parte, mi sembra che le varie categorie stiano raccogliendo i frutti del lavoro effettuato durante i lunghi mesi di emergenza sanitaria. I numeri ad oggi non sono gli stessi della fase pre Covid, ma una flessione dei partecipanti era purtroppo prevedibile.

Insieme al Consiglio del club stiamo cercando di omologare una serie di processi che vanno appunto nell’ottica della condivisione di competenze. A partire dall’inserimento dei giocatori della Prima Squadra negli staff juniores, chi in veste di fisioterapista, chi in veste di allenatore o di preparatore atletico. 

Ho avuto poi modo di confrontarmi positivamente con Massimo Mango e Marco Turchi, con cui stiamo cercando di ritagliare degli spazi per effettuare allenamenti congiunti fra la Serie A e la Serie C, nella convinzione che il rapporto di interscambio di giocatori fra le due squadre possa solo migliorare. 

I principi cardine del nostro rugby al momento sono condivisi da tutti i tecnici. Da parte mia c’è la massima disponibilità al confronto finalizzato ad una crescita omogenea del club.

Sei arrivato alla guida dei Cavalieri Union lasciando una finestra aperta sul tuo ruolo di giocatore. Pensi di tornare in campo o svolgerai esclusivamente le funzioni di allenatore?

È una bella domanda. Devo essere sincero, il campo mi manca. Ho concluso la carriera a causa del lockdown, era marzo 2020 e direi una falsità se affermassi che adesso non ho voglia di giocare. Da un anno a oggi ho rivolto la mia attenzione solo al ruolo di allenatore. Per allenare una squadra non si possono fare entrambe le cose, perché il rischio è quello di perdere il focus sulla gestione dei molteplici aspetti che un head coach deve tenere sotto controllo, sia durante la gara che durante tutta la stagione agonistica. Certo, se si presentasse il bisogno impellente di giocare a causa di un’emergenza numerica, allora sarei disponibile a indossare scarpette e calzoncini. Ma siamo sicuri che farei il bene della squadra? Sono comunque passati due anni in cui non ho più fatto un placcaggio, un calcio o un punto d’incontro. Dunque, prima di tornare in una lista gara da giocatore darò la priorità alla conduzione tecnica, un ruolo che richiede lucidità, preparazione e moltissime energie mentali. 

Ufficio Stampa Cavalieri Union Rugby Prato Sesto