Competizione interna e coesione del gruppo: gli ingredienti della Prima Squadra secondo Lorenzo Giovanchelli

Competizione interna e coesione del gruppo: gli ingredienti della Prima Squadra secondo Lorenzo Giovanchelli

In vista del big match fra U.R. Capitolina e Cavalieri Union che si giocherà domenica 12 dicembre a Roma, abbiamo parlato con il Tallonatore e Coach del pacchetto di mischia Lorenzo Giovanchelli. Un'analisi sul momento della Prima Squadra a ridosso dell'ultimo, importante, impegno del 2021.

La Capitolina infatti è la squadra capolista che ha vinto tutte le gare fin qui disputate. Un avversario di cui si conosce la consistenza e che condivide con i Cavalieri Union l'ambizione di condurre un campionato nelle parti alte della classifica.

Lorenzo, mettendo insieme tutti i pezzi del mosaico, come valuti questi primi tre mesi di campionato?

Credo che questa prima parte di stagione sia da considerare positiva. Un bilancio completo forse lo potremo tracciare al termine del girone di andata, dopo che a Gennaio avremo affrontato Catania e Noceto, anche se già dalla prossima domenica abbiamo la possibilità di alzare ulteriormente il livello della nostra performance, andando a giocare con una formazione completa in ogni reparto come la Capitolina. È inutile nasconderlo, affronteremo la partita più difficile del 2021. Conosciamo e rispettiamo gli avversari che sono un team capace di esprimere un gioco polivalente, che da spazio ai tantissimi ragazzi di qualità prodotti dal vivaio. Noi però dalla nostra parte non siamo da meno perché stiamo valorizzando un gruppo di giovani del territorio che lavora duro praticamente da quando è scoppiata la Pandemia. Sono molto orgoglioso di vedere questo coinvolgimento e penso che la voglia di giocare a rugby della nostra squadra sia il miglior biglietto da visita per una gara che si preannuncia equilibrata.

Quanto ha pesato la sconfitta con Perugia alla prima giornata?

Nessuno di noi si aspettava una prestazione negativa. Non tanto per la sconfitta, perché è chiaro che quando si giocano partite ufficiali perdere fa parte del gioco,  quanto per gli errori che ci hanno portato a perdere una partita tutto sommato abbordabile. Analizzato il match a mente fredda ci siamo resi conto che quel risultato poteva essere solo un nuovo punto di partenza per il resto della stagione. E così è stato. Le partite successive sono andate come volevamo, abbiamo migliorato progressivamente un po’ tutti gli aspetti del gioco, imparando soprattutto ad essere più concreti in fase di realizzazione. Tutto questo fino al match con il Romagna dove siamo sempre stati in controllo della gara per tutti gli 80 minuti. Probabilmente la batosta iniziale ha alimentato la voglia di competizione che era rimasta sopita dopo tanti mesi di inattività dal ritmo gara. Adesso ad ogni allenamento tutti vogliono cercare di superarsi: che si tratti di una partitella al tocco durante il riscaldamento o una serie di sprint durante la parte atletica, perdere non piace a nessuno.

Che campionato è la serie A 2021/22?

Dopo due anni di inattività sono cambiati un po’ gli equilibri. Nel nostro girone lo dicono  anche i risultati. Da parte nostra mi rendo conto che sul rendimento positivo ha influito tantissimo il lavoro fatto quotidianamente nelle fasi più difficili dell’emergenza sanitaria. Quelle società che hanno continuato gli allenamenti si ritrovano oggi i benefici di un percorso tecnico privo di interruzioni. E su questo noi come Cavalieri Union possiamo dirci fortunati perché la dirigenza, lo staff tecnico e lo staff medico non hanno mai fatto mancare il loro prezioso apporto, mettendoci nelle condizioni migliori per giocare.

In generale mi sembra che il campionato cadetto viva un po’ quella crisi che attanaglia tutti i tornei interni a causa della presenza delle franchigie. Togliendo i migliori giocatori italiani dal massimo campionato di Top 10, poi a caduta tutte le altre competizioni al di sotto della prima serie perdono qualcosa. Detto questo, la serie A è composta da tante squadre che provano a dotarsi di una struttura professionale, che giocano un rugby propositivo, che offrono grandi opportunità di crescita ai giocatori del proprio territorio. Dobbiamo considerare anche questo e dare fiducia ad un campionato che mette in campo 28 club di grande tradizione con una tangibile voglia di competere.

Spostando il focus sul pacchetto di mischia, come valuti lo stato di forma degli avanti?

Stiamo lavorando bene. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da quei giocatori under 23 che negli ultimi due anni si erano persi delle tappe importanti del proprio percorso formativo. I ragazzi che sono entrati di recente nel gruppo seniores hanno capito che dovevano alzare l'asticella dell’impegno per essere protagonisti a questo livello. Così oggi ci troviamo un bel gruppo di giovani, ben strutturati fisicamente e motivati da obiettivi precisi, che stanno accumulando minutaggio prezioso e di conseguenza si fanno le ossa per il futuro. La nota dolente invece è che dobbiamo fronteggiare qualche infortunio di troppo, ma chi gioca a rugby sa bene che sono variabili da tenere in considerazione ogni anno. Sul piano tecnico direi che i miglioramenti più concreti stanno arrivando sul piano difensivo. Le nostre capacità di giocare palla in mano sono piuttosto evidenti, lo dicono le statistiche, mentre senza il pallone avevo il timore di non raggiungere la stessa efficacia. Nell'ultimo match con il Romagna ci siamo trovati a fronteggiare tante situazioni difficili, in cui il gioco raggruppato degli avversari si stava facendo pericoloso. Eppure abbiamo subito solo una meta, dopo l'ennesimo drive, peraltro in conseguenza dell’ammonizione di Nifo e quindi con un uomo in meno. Per il resto della gara il sistema difensivo ha funzionato molto bene. E questa coesione nasce da una bella intesa che abbiamo anche fuori dal campo.

Sei tornato a giocare a settembre con un brutto infortunio al ginocchio messo alle spalle. Dopo anni di battaglie al massimo livello, come stai fisicamente e che traguardi personali ti sei prefissato?

Un anno senza giocare mi è servito per rimettermi a posto sul piano fisico e farmi trovare pronto per il campionato 2021/22. Sto bene, mi sento in forma e soprattutto continuo ad avere tanta voglia di giocare. Mi piace ancora scendere in campo, provare le emozioni della gara e competere con gli avversari. E soprattutto mi trovo bene con i ragazzi dei Cavalieri Union che mi hanno trasmesso un grande entusiasmo. Mi spiace solo che il calendario della serie A sia così frazionato, perché vorrei giocare di più e gustarmi tutte le partite che posso. A 35 anni si inizia a fare il conto alla rovescia di quanti anni mancano alla fine della carriera. Anche se, ad essere sincero, io non ci penso. Vado ancora al campo di allenamento con la testa libera, e quando si gioca con serenità, rimanendo centrati sugli obiettivi, tutti gli acciacchi fisici svaniscono in un colpo solo.