Attività motoria e attività sportiva, le linee guida per riprendere al meglio

Le nuove normative su attività motoria e sportiva disciplinate dal DPCM del 26 aprile hanno concesso agli atleti professionisiti e non, un raggio di azione più ampio rispetto all'inizio dell'emergenza del Covid 19.

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Dal 4 maggio si può correre, passeggiare, andare in bici senza limitazioni salvo quella del farlo in forma individuale e rispettando il distanziamento sociale di un metro per l’attività motoria e di due metri per quella sportiva.

Il restart da post quarantena però va gestito con grande attenzione. Le circostanze eccezionali degli ultimi due mesi hanno richiesto soluzioni eccezionali. Per capire come tornare gradualmente alla normalità abbiamo posto alcuni quesiti a Stefano Gelsi, preparatore fisico del Centro di Formazione Permanente under 18 di Prato.

1) Stefano, la fase 2 ha aperto degli spazi di libertà che coincidono con il permesso di fare attività sportiva e motoria all'aperto. Qual è il primo consiglio da dare ai giocatori di rugby che vogliono rimettere in azione il proprio corpo fuori dalle mura di casa?

Sicuramente quello di essere molto graduali nella ripresa, soprattutto per coloro che non hanno avuto la possibilità di svolgere alcun tipo di seduta di corsa durante la fase 1. Mi rivolgo a quei ragazzi che per un motivo o per un altro non disponevano di spazi o tempi per fare quelle piccole attività di allenamento che aiutano a conservare una condizione fisica accettabile.

2) Il rischio di passare dalla scarsa attività all'eccesso di attività esiste?

Veniamo da circa due mesi in cui riducendo notevolmente il ventaglio di proposte a nostra disposizione abbiamo adattato il nostro corpo ad attività diverse, molto più statiche. Un apparato muscolare che non corre da circa due mesi avrà sicuramente perso efficacia in tale gesto, ciò deve tenere accesa la spia di un rischio di infortunio più elevato se non si è graduali nella ripresa. Rischio che imporrà cautela anche alla riapertura delle palestre.

3) Come si può bilanciare un allenamento aerobico in forma individuale con le esigenze di forza che servono ad un giocatore di rugby?

Il rugbista necessita di un elevata resistenza alla forza. I lavori di campo dovranno quindi prevedere un sempre maggiore numero di accelerazioni e decelerazioni (inserimento di navette), momenti in cui si esprimono elevati livelli di forza. Inoltre non dobbiamo commettere l’errore di abbandonare quei mezzi di allenamento, anche domestico, mirati allo sviluppo muscolare che sono stati svolti durante la fase 1. Detto questo nei primi giorni il focus degli allenamenti all’aperto non dovrà essere l'immediato raggiungimento di elevati standard di fitness ma una sorta di “riatletizzazione” che preveda corsa a ritmi blandi e progressivi (nella seduta e nelle sedute), e tante andature per ritrovare gli aspetti tecnici e le espressioni di forza che si sviluppano durante la fase di corsa.

4) Gli atleti impegnati in ruoli delicati come quelli della prima linea devono seguire un programma di allenamento particolare?

Credo che in un lungo periodo di allenamento individuale i giocatori di tutti i ruoli possano dedicare del tempo in più alle esigenze specifiche del ruolo.  Ad esempio possono essere curati con maggiore attenzione particolari che attingono anche alla sfera tecnica come il rinforzo della muscolatura del collo e la forza strutturale legata alla tecnica della mischia chiusa, ma sono consigli che espanderei a tutti i ruoli e non solo alla prima linea.

5) Che cosa proponi per rendere meno monotona questa inedita fase di preparazione fisica totalmente priva di momenti collettivi con il pallone?

La reazione che c’è stata da parte della maggioranza di atleti che seguo è stata molto propositiva sulla fase iniziale. La possibilità di dedicare del tempo in qualsiasi momento della giornata e la paura di non poter svolgere tutto quello che prevedeva una seduta di allenamento tradizionale ha portato molti a dedicare fin troppa attenzione alle sedute. il rischio è che col tempo non si forniscano più al nostro corpo gli stimoli necessari a creare un adattamento e si arrivi inoltre ad una nausea mentale per certi tipi di lavori che saranno necessari anche alla ripresa. Il consiglio che do è quello di svolgere sedute corte 35/45’ in alcuni giorni anche doppie, mattina e pomeriggio, con obiettivi diversi e variando il più possibile gli strumenti, ma soprattutto non dimenticare il riposo inserendo magari un giorno off ogni 3/4 di lavoro.

Ufficio Stampa Cavalieri Union Rugby